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Caso clinico reale: la cefalea cronica di G.

  • Immagine del redattore: Beatrice Pozzolo
    Beatrice Pozzolo
  • 5 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 dic 2022


G., 32 aa, impiegata full time, nuoto 2 v/sett.


Si presenta alla prima visita con una cefalea ricorrente e cronica circa 1/2 volte alla settimana, presente ormai da 7 mesi, che non riesce a ricollegare a nessun evento in particolare. Inoltre, da 9 mesi soffre maggiormente di gonfiori, cattiva digestione e disturbi intestinali. Associa l’esordio della cefalea a fine giornata e/o dopo un pasto.

Esami di laboratorio e referti negativi. Non ha subito interventi, ne si ricorda di traumi importanti. Non assume farmaci, neanche con la cefalea perché, riferisce, hanno poco effetto.


Dalla mia analisi mi accorgo che presenta una leggera scoliosi, i test neurologici e vascolari sono negativi.

Riscontro: una tensione importante nella zona del diaframma e delle prime coste, una forte tensione dei muscoli sub-occipitali, SCOM, scaleni e trapezio. Lo sterno molto rigido, come anche l' osso sacro e il tratto di vertebre medio-dorsale.

Mentre valuto tutte queste zone, quando mi soffermo sulla zona diaframma/sterno mi riferisce all' improvviso che, circa 10 mesi fa, ha dovuto affrontare un trasloco faticoso, dal punto di vista fisico ma anche emotivo, durante il quale si era stressata parecchio. Forse un primo tassello del puzzle si è sbloccato?!

La situazione psico-fisica che G. ha vissuto può aver inciso sulla mobilità del diaframma e irrigidito i muscoli del collo. Da qui si potrebbe essere instaurato un circolo vizioso dove: il nervo vago(principale gestore di tutte le funzioni autonome, tra cui la digestione) è stato compresso e la digestione( già un po' difficoltosa) ne ha risentito. A sua volta, una cattiva digestione, può generare tensioni cervicali/respiratorie. Il cane continua a mordersi la coda: G., ignorando questi sintomi, ha permesso al corpo di generare dei compensi tali da scaturire nel sintomo della cefalea, causata dunque sia da una disfunzione respiratoria che viscerale, le quali alimentano facilmente l'irrigidimento dei muscoli del collo.





Il piano terapeutico di G.


Durante la prima seduta abbiamo lavorato sulle cause fulcro del problema, ovvero su tutte le strutture che opprimevano il nervo vago nel suo decorso, in modo tale da alleggerire le tensioni accumulate nei mesi precedenti. Alla seconda seduta, a distanza di 10 giorni, G. riferisce di aver avuto solo un episodio di cefalea ma di intensità blanda, gestibile con gli esercizi della respirazione che le avevo affidato.

Ho visto G, per 4 sedute un po’ più ravvicinate, al termine di esse i sintom


i per i quali era venuta nel mio studio non erano più presenti! Inoltre il suo stato vitale è migliorato!

Durante le varie sedute abbiamo corretto diverse sue abitudini quotidiane, da quelle posturali sul lavoro a semplici consigli alimentari e sulla gestione dello stress. Insieme stiamo valutando se integrare al nuoto anche esercizi e attività più mirate per acquisire più consapevolezza del corpo, oltre che tono muscolare a sostegno delle sue attività giornaliere.



G. continua a venire per visite di mantenimento ogni 2 mesi, per prevenire l’i


nsorgenza della cefalea o di altri nuovi sintomi invalidanti e preservare il suo nuovo equilibrio trovato insieme.

Questa tipologia di caso è molto comune nella clinica di un’osteopata e con i miei occhi e le mie mani ho potuto comprendere che non è risolutivo agire solo sul sintomo e no


n prendere in considerazione l’ambiente e le abitudini in cui vive l’individuo. Inoltre, avere la possibilità di integrare al trattamento osteopatico altri percorsi, rende più duraturo e stabile il benessere della persona!

E tu ti sei ritrovat* nel caso di G.?



 
 
 

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